XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)

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Grado della Celebrazione: DOMENICA
Colore liturgico: Verde
 
PRIMA LETTURA (Ez 18,25-28)
Se il malvagio si converte dalla sua malvagità, egli fa vivere se stesso.
Dal libro del profeta Ezechièle
 
 
SECONDA LETTURA (Fil 2,1-5)
Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
 

VANGELO (Mt 21,28-32)
Pentitosi andò. I pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio.
+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

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Carissimi,
anche oggi  il Vangelo di Matteo della prossima domenica, ci riporta una famosa parabola, tutta da interpretare…
Vogliamo allora vedere che cosa il nostro piccolo Giovanni sente dalla viva voce di Gesù a questo riguardo?
Vi riporto il cuore del discorso e cioè la parabola stessa e poi vi lascio come al solito qui a fianco,  tutto il capitolo.
Maria Valtorta: L’Evangelo come mi è stato rivelato. [407.6-7], ed. CEV

 Poi Gesù parla:


«La pace sia con voi. A voi tutti che mi state d’attorno Io voglio proporre una parabola. E ognuno ne colga quell’inse­gnamento e quella parte che a lui più si conviene. Udite.
Un uomo aveva due figli. Avvicinatosi al primo, disse: “Fi­glio mio, vieni a lavorare oggi nella vigna del padre tuo”. Un grande segno di onore era quello del padre! Egli giudicava il figlio capace di lavorare là dove fino ad allora il padre aveva lavorato. Segno che vedeva nel figlio buona volontà, costanza, capacità, esperienza e amore per il padre. Ma il figlio, un poco distratto da cose del mondo, timoroso di apparire in veste di servo – Satana fa uso di questi miraggi per allontanare dal Bene – temendo beffe e forse anche rappresaglie da nemici del padre, che su di lui non osavano alzare la mano, ma meno ri­guardi avrebbero avuto col figlio, rispose: “Non ci vado. Non ne ho voglia”. Il padre andò allora dall’altro figlio, dicendogli ciò che aveva detto al primo. E il secondo figlio rispose subito: “Sì, padre. Vado subito”.
Però, che avvenne? Che il primo figlio, essendo di animo ret­to, dopo un primo momento di debolezza nella tentazione, di ribellione, pentitosi di avere disgustato il padre, senza parlare andò alla vigna e lavorò tutto il giorno fino alla più tarda sera, tornando poi soddisfatto alla sua casa con la pace nel cuore per il dovere compiuto. Il secondo, invece, menzognero e debole, uscì di casa, è vero, ma poi si perse a vagabondare per il paese in inutili visite ad amici influenti, dai quali sperava avere utili. E diceva in cuor suo: “Il padre è vecchio e non esce di casa. Dirò che gli ho ubbidito ed egli lo crederà…”. Ma, venuta la se­ra anche per lui e tornato alla casa, il suo aspetto stanco di ozioso, le vesti senza sgualciture e l’insicuro saluto dato al pa­dre, che l’osservava e lo confrontava col primo – tornato stan­co, sporco, scarmigliato, ma gioviale e sincero nello sguardo umile, buono, che, senza volere vantarsi del dovere compiuto, voleva però dire al padre: “Ti amo. E con verità. Tanto che per farti contento ho vinto la tentazione” – parlarono chiaramen­te all’intelletto del padre. Il quale, abbracciato il figlio stanco, disse: “Te benedetto, perché hai compreso l’amore!”.
Infatti, che ve ne pare? Quale dei due aveva amato? Certo voi dite: “Colui che aveva fatto la volontà del padre suo”. E chi l’aveva fatta? Il primo o il secondo figlio?».
«Il primo», risponde la folla unanime.
«Il primo. Sì. 7Anche in Israele, e voi ve ne lamentate, non sono quelli che dicono: “Signore! Signore!”, battendosi il petto senza avere nel cuore il vero pentimento dei loro peccati – tanto è vero che sempre più duri di cuore si fanno – non sono quelli che ostentano devoti riti per esser detti santi, ma in pri­vato sono senza carità e giustizia, non sono questi, che si ribel­lano, in verità, alla volontà di Dio che mi manda, e l’impugna­no come fosse volontà di Satana – e ciò non sarà perdonato – non sono questi quelli che sono i santi agli occhi di Dio. Ma so­no quelli che, riconoscendo che Dio tutto bene fa ciò che fa, accolgono il Messo di Dio e ne ascoltano la parola per saper fa­re meglio, sempre meglio ciò che il Padre vuole, sono questi quelli che sono santi e cari all’Altissimo.
In verità vi dico: gli ignoranti, i poveri, i pubblicani, le me­retrici andranno avanti a molti che sono detti “maestri”, “po­tenti”, “santi”, ed entreranno nel Regno di Dio.
E giustizia sarà. Perché è venuto Giovanni ad Israele per condurlo sulle vie della Giustizia, e troppo Israele non gli ha creduto, l’Israele che si chiama da se stesso “dotto e santo”, ma i pubblicani e le meretrici gli hanno creduto. Ed Io sono venu­to, e i dotti e santi non mi credono, ma credono in Me i poveri, gli ignoranti, i peccatori. Ed ho fatto miracoli; e neppure a questo si è creduto, né viene pentimento di non credere in Me. Anzi, odio viene su Me e su chi mi ama.
Ebbene Io dico: “Benedetti coloro che sanno credere in Me e fare questa volontà del Signore in cui è salute eterna”. Aumen­tate la vostra fede e siate costanti. Possederete il Cielo perché avrete saputo amare la Verità.
Andate. Dio sia con voi, sempre».


Buona meditazione e ognuno ne colga quell’inse­gnamento e quella parte che a lui più si conviene., come suggerisce Gesù…

La pace sia con voi.
Giovanna
XXVI DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO A)ultima modifica: 2011-09-24T06:35:00+02:00da dio_amore
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