Spunti di catechesi

Sono la Grazia e la Verità diffuse da Gesù Cristo

 che hanno fatto gli uomini sapienti di Dio.

 

Carissimi,

 

faccio seguito al Vangelo della Samaritana di domenica scorsa, per riportarvi questa splendida lezione di Gesù (dai Quadernetti di Maria Valtorta) relativa al riacquisto della Grazia santificante da parte dell’umanità, grazie proprio alla Sua Passione e Morte.

Come ben sappiamo, col Peccato Originale l’uomo aveva perso tutti i beni soprannaturali e preternaturali e prima di tutto la Grazia Santificante e cioè la possibilità di crescere spiritualmente in santità e in sapienza davanti a Dio e agli uomini.

Con la Redenzione, Gesù ci rimette in condizione di essere nuovamente Figli di Dio e ci genera al Padre tra atroci dolori.

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Ma a quelli che lo accolsero, allora e nei secoli, ai poveri di spirito, ai mansueti, a quelli che piangono, ai desiderosi di giustizia, ai misericordiosi, ai puri di cuore, ai pacifici, ai perseguitati, ai piccoli, ai pentiti, a quelli che lo amarono credendo nel suo vero Nome e accolsero in cuore la sua Parola e la sua Legge, Egli rivelò il Padre e il Regno, e quanto è da farsi per possederli, insegnò la Verità , comunicò la Vita , infuse la Grazia e le Virtù, instaurò in essi il regno luminoso di Dio, onde figli di Dio tornassero ad essere e con pieno diritto potessero essere così chiamati.

Di questi il Verbo, dopo essersi fatto loro Fratello nell’Umanità, si è fatto seno fecondo, accogliendoli nella sua amorosa e feconda immensità, incorporandoli a Sé perché essendo in Lui fossero nel Padre.

E dopo averli così ricreati dà alla luce questi nuovi figli di Dio, li dà con grida, lacrime e dolore della sua Umanità, con esultanza della sua Divinità, dicendo al Padre le perfette parole della sua orante e perpetua offerta: Ecco, o Padre mio, questa tua nuova famiglia, il tuo popolo santo. Essi sono miei, perché Tu me li hai affidati, ma Io te li dono perché ogni cosa mia è tua, ed ogni cosa tua è mia. Te li dono perché ti glorifichino così come mi hanno glorificato riconoscendomi per quello che sono, accogliendo la tua Parola, credendo che Io vengo da Te e che Tu mi hai mandato. Ma in Me ancora li tengo perché Tu in Me: Gesù Cristo, li veda, così come già li vedesti dal principio in Me, Verbo Increato, ed essendo in Me, ancora una sol cosa con Te siano, così come Io sono in Te, e come Noi Due siamo una sola cosa.[1]

Questa è la generazione dei figli di Dio.

Essi non sono figli per essere stati concepiti, formati e dati alla luce per voglia di carne e sangue d’uomo, ma vengono generati dallo Spirito, e spiritualmente, per la fede, la carità, la vita nel Cristo-Vita.

Il Verbo Incarnato, Gesù, Luce del mondo, li dà alla luce. Perciò da Dio sono nati essendo il Verbo unUnica Cosa col Padre che genera per potenza d’amore infinito.

Ecco dunque che così come nell’eterna generazione del Verbo e nella sua Incarnazione nel tempo, il Fattore generativo fu l’Amore: prima di tutte le sue Perfezioni, la sua Perfezione di Natura dopo la quale tutte le altre poi vengono, anche nella rigenerazione dell’uomo è ancora l’amore la potenza che crea la ricreazione delluomo a figlio di Dio, la vita dell’uomo in Dio e il Regno di Dio nell’uomo, perché senza il divino amore non ci sarebbe stata la redenzione, e senza l’amore dell’uomo a Dio e alla sua Legge di carità non ci può essere unione con Dio, Dio nell’uomo e l’uomo in Dio.

Prima della venuta del Verbo il mistero di Dio era così nascosto che l’uomo aveva, da esso, ostacolo all’amare. Ma da quando l’eterno Verbo del Padre lasciò il Cielo per abitare, Uomo fra gli uomini, coi fratelli, l’ostacolo venne rimosso, perché lo splendore di Dio, la verità del suo Essere, la sua potenza, le sue perfezioni infinite, la sua misericordia e il suo amore, rifulsero agli occhi degli uomini essendo tutto gloriosamente manifesto nell’Unigenito Figlio del Padre, che dal Padre tutto aveva ricevuto, e manifestato con pienezza di Grazia e di Verità.

E non bastando ancora, ad abbattere totalmente l’ostacolo dell’incertezza sulle verità di Dio, la Parola Ss., il suo esempio, le sue opere, quelle opere che Egli compiva perché il Padre gli aveva commesso di compierle, non bastando la testimonianza del Padre data con la Voce e con il benedire del suo consenso ogni atto o richiesta del Figlio, ecco la parola dell’uomo venerato da Israele come Profeta grande tanto da essere creduto il Cristo: “Questi è Colui che, pur essendo venuto dopo di me, mi ha preceduto, perché è da prima di me”.

E veramente “da prima” di ogni creatura è il Verbo, essendo stato generato avanti d’ogni creazione ed avendo il primato, anche come Figlio dellUomo, in ogni perfezione naturale e soprannaturale, Lui perfetto come Dio e perfetto come Uomo, superiore agli Angeli, uguale solo al Padre suo.

E per questa sua duplice perfezione di Dio e di Uomo tutti gli uomini hanno ricevuto, e riceveranno sino alla fine dei secoli, grazie d’ogni genere, oltre che la Grazia , necessaria per conseguire la gloria alla quale l’amoroso desiderio di Dio ha predestinato l’uomo.

Quanto la Luce Santissima : il Verbo, ha donato agli uomini, supera infinitamente quanto Mosè ottenne per gli uomini. Perché per Mosè l’uomo ottenne la Legge , ma dal Cristo gli uomini ottengono di potere praticare la Legge non per timore ma per amore, adorando così Iddio in spirito e verità.

Sono la Grazia e la Verità diffuse da Gesù Cristo che hanno fatto gli uomini sapienti di Dio, e perciò di Lui filialmente amorosi.

Perché tanto più si ama quanto più la cognizione è certa. Non si può amare chi non si sa di sicuro che esista e che accetti l’amore che gli è offerto. Tanto più si ama quando si è certi che colui che si ama ci ama, non il doppio né il centuplo, ma senza misura.

L’uomo d’Israele, per tradizione, l’uomo giusto d’ogni popolo per soprannaturale illuminazione, sentivano esservi una Divinità provvida, onnipotente, eterna, creatrice di tutte le cose naturali, e anche dell’anima immortale, e l’uomo d’Israele inoltre per fede attendeva anche il Messia promesso dall’inizio dei tempi.

Ma la carnalità dell’uomo decaduto dalla grazia aveva alterato l’idea messianica, e da spirituale quale era ne aveva fatto unidea puramente umana. Per questo anche i migliori d’Israele avevano una cognizione molto parziale di Dio. Poco sapendo poco amavano. I migliori temendo eccessivamente il Dio terribile del Sinai. I peggiori irridendosi di Lui e della sua Legge, nonostante le pompose esibizioni di un culto tutto esterno.

E poco amando poco sentivano Dio nei loro cuori, credendosi perciò poco amati. E credendosi poco amati poco osavano tendere all’Amore che essi credevano soltanto Rigore di infinita Maestà. La loro mente non poteva concepire un amore divino grande sino ad immolarsi per l’amore dell’uomo e per il suo bene soprannaturale.

Ma Gesù Cristo, l’Unigenito Figlio di Dio, con la sua Parola e con le sue azioni, con tutto Sé stesso, ha rivelato il Signore nella sua Verità.

Egli, che lo conosce perfettamente perché è nel seno del Padre, ha svelato l’infinito amore di Dio che è giunto a dare il suo Unigenito perché fosse immolato per restituire la Grazia , ossia per dare Sé stesso agli uomini, per reintegrare gli uomini, discesi allordine naturale, nell’ordine soprannaturale.

Egli ancora, e per la Grazia e per la sua Parola, li ha tutti ammaestrati. Da Dio, come è detto dai profeti, perché tutti conoscessero il Tutto. E con tutta la sua vita di Figlio dell’Uomo, di Maestro e Redentore perché tutti conoscessero il Padre che è Dio ed è Padre universale.

A tutti quelli di buona volontà Gesù ha rivelato l’incomprensibile mistero di Dio. Tutto quanto è nascosto, dellIncomprensibile Natura e delle sovraonnipotenti perfezioni divine, Gesù in Sé e per Sé lo rende visibile e cognito.

Solo quelli ostinati nellimpenitenza e nella superbia ribelle poterono e possono, dopo la manifestazione finale dell’Uomo-Dio, negare ancora di aver conosciuto Dio. Egli alla loro sarcastica domanda sempre risponde: “Sono il Principio che vi parlo” assicurando: “Per l’innalzamento del Figlio dell’Uomo voi conoscete chi sono” e questa assicurazione ha la sua conferma nei segni tremendi che accompagnarono la sua Morte e nella sua Risurrezione.

Né ha più scuse il perseverare dellUmanità nella incredulità e ignoranza nate dall’odio.

Perché la Luce ha ormai balenato con tutta la sua potenza di Dio, rivelando il Dio Uno e Trino in tutta la sua onnipotenza, sapienza e bontà perfettissime, né quella Luce si offuscherà in eterno.

 

 

Buona meditazione e buona settimana!

La pace sia con voi.

 

Giovanna




[1] Gv 17,6-11

 

 

 

Spunti di catechesiultima modifica: 2011-03-29T05:53:00+02:00da dio_amore
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