NON HO DIMENTICATO I DOLORI DI MARIA, MIA MADRE.
14 febbraio 1944.
Dice Gesù:
«Anche questo non ho dimenticato dei dolori di Maria, mia Madre. L’avere dovuto straziarla con l’attesa del mio soffrire, l’avere dovuto vederla piangere. É per questo che non le nego nulla. Ella mi ha dato tutto. Io le do tutto. Ella ha sofferto tutto il dolore. Io le do tutta la gioia. Vorrei che, quando pensate a Maria, meditaste questa sua agonia durata trentatré anni e culminata ai piedi della Croce. Ella l’ha sofferta per voi. Per voi le derisioni della folla che la giudicava madre di un pazzo. Per voi i rimproveri dei parenti e delle persone d’importanza. Per voi la mia apparente sconfessione: “Mia Madre ed i miei fratelli sono coloro che fanno la volontà di Dio”. E chi più di Lei la faceva, ed una Volontà tremenda, che le imponeva la tortura di vedere suppliziare il Figlio? Per voi le fatiche di raggiungermi qua e là. Per voi i sacrifici, da quello di lasciare la sua casetta e mescolarsi alle folle, a quello di lasciare la sua piccola patria per il tumulto di Gerusalemme. Per voi il dovere essere a contatto con colui che covava in cuore il tradimento. Per voi il dolore di sentirmi accusato di possessione diabolica, di eresia. Tutto, tutto per voi. Voi non sapete quanto l’ho amata la Madre mia. Voi non riflettete come il cuore del Figlio di Maria fosse sensibile agli affetti. E credete che la mia tortura sia stata puramente fisica, al massimo vi aggiungete la tortura spirituale dell’abbandono finale del Padre. No, figli. Anche le passioni dell’uomo Io le ho provate. Ho sofferto di veder soffrire mia Madre, di doverla condurre, come agnella mansueta, al supplizio, di doverla straziare coi successivi addii, a Nazareth prima dell’evangelizzazione, in questo che vi ho mostrato e che precede la mia imminente Passione, in quello – quando già essa è in atto col tradimento dell’Iscariota – prima della Cena, in quello atroce sul Calvario. Ho sofferto di vedermi schernito, odiato, calunniato, circuito da curiosità malsane che non evolvevano in bene ma anzi in male. Ho sofferto di tutte le menzogne che ho dovuto udire o vedere agenti al mio fianco. Quelle dei farisei ipocriti, che mi chiamavano maestro e mi facevano domande non per fede nella mia intelligenza ma per tendermi tranelli; quelle dei beneficati da Me e che mi si volsero in accusatori nel Sinedrio e nel Pretorio; quella, quella premeditata, lunga, sottile di Giuda, che m’ha venduto ed ha continuato a fingersi discepolo, che m’ha indicato ai carnefici col segno dell’amore. Ho sofferto della menzogna di Pietro, preso da paura umana. Quanta menzogna, e tanto rivoltante per Me che sono Verità! Quanta, anche ora, ve ne è rispetto a Me! Dite di amarmi, ma non mi amate. Avete il mio Nome sulle labbra, e in cuore adorate Satana e seguite una legge contraria alla mia. Ho sofferto pensando che davanti al valore infinito del mio Sacrificio – il Sacrificio di un Dio – troppo pochi si sarebbero salvati. Tutti, dico: tutti coloro che nei secoli dei secoli della Terra avrebbero preferito la morte alla vita eterna, rendendo vano il mio Sacrificio, Io li ho avuti presenti. E con questa cognizione sono andato incontro alla morte. Vedi, piccolo Giovanni, che il tuo Gesù e la Madre sua hanno sofferto acutamente nel loro io morale. E lungamente. Pazienza, dunque, se dovrai soffrire. “Nessun discepolo è da più del Maestro”. Io l’ho detto. Domani parlerò dei dolori dello spirito. Ora riposa. La pace sia con te».(Fonte: Maria Valtorta, I Quaderni del 1944, ed. CEV)
Buona domenica e
la Pace sia con voi.
Giovanna