CONOSCERE GESU’ ATTRAVERSO LA VERGINE MADRE

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Carissimi tutti,
oggi vorrei che fosse Maria SS. a parlarci di Gesù con la Sua stessa voce: Lei che è l’unica la mondo che ben conosce il Figlio Suo e tutta la Sua Verità!
 
 

8 dicembre 1943.

 

Dice Maria:

«Scrive sempre Luca, il mio evangelista, che il mio Gesù, dopo esser stato circonciso ed offerto al Signore, “cresceva e si irrobustiva pieno di sapienza, e la grazia di Dio era in Lui”; e più oltre ripete come, ormai fanciullo dodicenne, stava a noi soggetto e “cresceva in sapienza, in età e in grazia dinanzi  a Dio e agli uomini”.

Una deviazione della pietà dei fedeli ha fatto sì che l’ordine serbato da Dio anche verso Se stesso, in merito alla sua esistenza di Figlio dell’uomo, sia stato alterato. Ama la leggenda fare del mio Bambino un essere prodigioso e innaturale, il quale sin dalla nascita abbia avuto atti da uomo e sia perciò stato qualcosa di talmente irregolare da divenire mostruoso.

Questa pietà errata non è punita da Dio, il quale vede e compatisce la stessa e la giudica opera di un amore non perfetto nella forma, ma sempre gradito perché sincero.

Ma Io voglio parlare a te del mio Bambino così come era quando senza la sua Mamma non avrebbe potuto fare nulla: un esserino tenero, delicato, biondo, lievemente roseo e bello, bello come nessun figlio d’uomo e buono, buono più degli angeli che aveva creato il Padre suo e nostro. La sua crescita fu né più né meno quella di bambino sano e curato dalla mamma.

Intelligente il mio Bambino. Molto. Come un perfetto lo può essere. Ma la sua intelligenza si svegliò giorno per giorno seguendo la regola comune a tutti i nati di donna. Era come se il sorgere di un sole si facesse strada nel suo capino biondo. I primi sguardi, non più vaghi come quelli dei primi giorni, cominciarono a posarsi sulle cose e specie sulla sua Mamma. I primi sorrisi incerti e poi sempre più sicuri quando mi curvavo sulla sua cuna o lo prendevo in grembo per dargli il latte, lavarlo, vestirlo e baciarlo.

Le prime parole informi e poi sempre più chiare. Che beatitudine esser la Mamma che insegna al Figlio di Dio a dire: “Mamma!”. E la prima volta che la disse per bene questa parola, che nessuno come Lui seppe mai dire con tanto amore, e che me la disse sino all’ultimo respiro, che festa mia e di Giuseppe e quanti baci sulla bocchina dove erano i primi dentini!

E i primi passi coi suoi piedini tenerelli, rosei come il petalo di una rosa carnicina, quei piedini che io carezzavo e baciavo con amore di mamma e adorazione di fedele e che me li avrebbero poi inchiodati alla croce e li avrei visti contrarsi nello spasimo, illividirsi e divenire di gelo.

E le sue cadute quando cominciò ad andare da solo. Io correvo a rialzarlo ed a baciargli le ammaccature… Oh! allora potevo farlo! Lo avrei visto un giorno cadere sotto la croce, già agonizzante, lacero, sporco di sangue e delle sozzure lanciate su Lui dalla folla crudele, e non avrei più potuto correre a rialzarlo, a baciargli le contusioni sanguinanti, povera Mamma di un povero Figlio giustiziato!

 E le sue prime gentilezze: un fiorellino colto nell’orticello o per via e portato a me, uno sgabellino trascinato ai miei piedi perché fossi più comoda, un raccogliere un oggetto che m’era caduto.

E il suo sorriso. Il sole della nostra casa! La ricchezza che copriva di seta e oro le nude pareti della casetta mia!  Chi ha visto il sorriso del mio Figlio ha visto il Paradiso in Terra. Un sorriso sereno finché fu bambino. Un sorriso sempre più pensoso fino ad esser mesto mano a mano che si faceva adulto. Ma sorriso sempre. Per tutti. E fu una delle ragioni del suo fascino divino per cui le turbe lo seguivano incantate.

Il suo sorriso era già parola d’amore. Quando poi al sorriso si univa la voce, che più bella il mondo non ebbe, anche le zolle e gli steli del grano fremevano. Era la voce di Dio che parlava, Maria. E fu un mistero, che solo le imperscrutabili ragioni di Dio spiegano, come Giuda ed i giudei poterono, dopo averlo udito parlare, giungere a tradirlo e ad ucciderlo.

La sua intelligenza, sempre più aperta sino a raggiungere il perfetto, mi incuteva ammirazione e rispetto. Ma era talmente temperata di bontà che non mortificò mai nessuno. Dolce Figlio mio, che fosti dolce con tutti a specie con la tua Mamma! […]

 

(Segue nella pagina a fianco.)

 

La pace sia con voi

Giovanna

CONOSCERE GESU’ ATTRAVERSO LA VERGINE MADREultima modifica: 2011-01-16T20:17:17+01:00da dio_amore
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