IL PECCATO ORIGINALE E LE SUE CONSEGUENZE

TRATTO DAI TESTI DI MARIA VALTORTA
A cura di Giovanna Busolini
Perché e come è stato commesso il Peccato Originale e quali le conseguenze?

 

Dice l’Autore SS.:

“Chi non ammette la creazione dell’uomo per opera di Dio – e creazione così come ho detto, ossia in modo tale da renderlo subito e sempre capace, se vuole, di guidarsi in tutte le sue azioni perché tutte siano volte al raggiungimento del fine per cui l’uomo fu creato; fine immediato: amare e servire Dio durante la vita terrena; fine ultimo: goderlo nel Cielo – non può capire con esattezza da che esattamente è costituita la Colpa, il perché della condanna, le conseguenze di esse due.

Ma seguitemi. La mia parola è luminosa e semplice perché sono Dio. E Dio, Sapienza Infinita, sa adeguarsi all’ignoranza e relatività dei suoi piccoli, perché Io amo i piccoli, purché siano umili, e dico loro: “Chi è piccolo venga a Me, ed Io gli insegnerò la Sapienza”.

La prova.

Quando l’uomo si destò dal suo primo sonno e trovò al suo fianco la compagna, sentì che la sua felicità era stata resa da Dio completa.

Era già tanto grande anche prima. Tutto in Adamo ed intorno ad Adamo era stato fatto perché egli godesse una felicità completa, sana e santa, e la delizia, ossia l’Eden, non era soltanto intorno ma anche dentro all’Adamo. Lo circondava il giardino pieno di bellezze vegetali, animali ed equoree, ma entro di lui un giardino di bellezze spirituali fioriva con virtù d’ogni genere, pronte a maturarsi in frutti di santità perfetta; e vi era l’albero della scienza adatto al suo stato, e quello della vita soprannaturale: la Grazia; né vi mancavano le acque preziose della divina fonte che si divideva in quattro rami e irrorava di sempre nuova onda le virtù dell’uomo, onde crescessero giganti, a farlo sempre più specchio fedele di Dio.

Come  creatura   naturale  godeva  di   ciò  che vedeva:  la bellezza di un mondo vergine, testé uscito dal volere di Dio; godeva di ciò che poteva: la sua signoria sulle creature inferiori. Tutto era stato messo da Dio al servizio dell’uomo: dal sole all’insetto, perché tutto gli fosse delizia.

Come creatura soprannaturale godeva – un’estasi ragionante e soavissima – della comprensione della Essenza di Dio: l’Amore; dei rapporti d’amore fra l’Immenso che si donava e la creatura che lo amava adorando. La Genesi adombra questa facoltà dell’uomo e  questo comunicarsi a lui di Dio, nella frase: “avendo udito la voce di Dio che passeggiava nell’Eden nel fresco della sera”.

Per quanto il Padre avesse dato ai figli adottivi una scienza proporzionata al loro stato, pure ancora li ammaestrava. Perché infinito è l’amore di Dio, e dopo aver dato anela a nuovamente dare, e tanto più dà quanto più la creatura gli è figlia. Dio si dà sempre a chi a Lui si dà generosamente.

Quando, dunque, l’uomo si svegliò e vide la donna sua simile, sentì che la sua felicità di creatura era completa avendo il tutto umano e avendo il Tutto soprumano, essendosi l’Amore dato all’amor dell’uomo. (segue nel riquadro qui a fianco)

Sottolineature, grassetti e commenti all’interno del testo sono di Giovanna Busolini, mentre invece l’italico è parte integrante dell’originale edito dal CEV.  Così le note in calce sono degli editori. L’ordine dato ai testi è invece secondo il giudizio del curatore.

 
IL PECCATO ORIGINALE E LE SUE CONSEGUENZEultima modifica: 2011-06-20T20:02:00+02:00da dio_amore
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