Sofferenze di Maria SS. e Maria Valtorta

[…] Oh! povera, povera Maria [Valtorta] che ci stai così male sulla terra! Bisogna proprio che Io ti prenda con Me. Non sei adatta agli urti brutali del mondo. Ma mi occorri ancora. Pensa alla Mamma. È dovuta rimanere ancora qualche tempo per servire Gesù. Tu non ci vuoi restare per servire Gesù? Andiamo, andiamo! I tuoi rimproveri sono ancora amore e fede, perché tu pensi che tutto può Gesù e che il tuo amare e credere totale debbano operare il miracolo.

Anche Marta e Maria a Betania mi han rimproverato di non aver affrettato il ritorno, di essermi allontanato mentre Lazzaro moriva (1). Ma Io le ho amate anche per questo, perché in quel rimprovero era amore e fede: “Se Tu eri qui, il nostro fratello non sarebbe morto” hanno detto le due sorelle. E nel rimprovero era palese la loro convinzione che Io potevo operare il miracolo, e l’amore grande nella confidenza che le fa osare di rimproverare Me.

Pace, pace, anima mia! Pace fra Me e te. E di’ in mio Nome, a coloro che potrebbero commentare irriverentemente le parole della Mamma (2), che Ella, in quell’ora, era la Donna. La Donna che assommava in sé tutti i dolori della donna, portati alla donna per la colpa della prima, e che doveva espiarli così come Io avevo assommato in Me tutti i dolori dell’uomo per poterli espiare.

Di’ a coloro che negano che Maria abbia potuto soffrire perché santa, che Ella ho sofferto di tutto, come nessuna altra sua sorella di sesso, di tutto fuorché dei dolori del parto, non essendo in Lei la colpa e la maledizione di Eva, e quelli dell’agonia fisica per la stessa ragione (3). Dette alla luce il Figlio delle sue viscere immacolate e dette a Dio il suo spirito senza macchia, come era decretato dal Creatore li dessero tutti i figli di Adamo se la colpa non li avesse innestati al Dolore.

Di’ loro che Io, perché ero l’Espiatore principale, ho dovuto ben subire anche il dolore della morte, e di quella Morte, ed ero il Santo dei santi.

Di’ a coloro che negano che Maria abbia potuto soffrire e nell’anima, nella sua mente e nella sua carne, nelle ore espiatorie della Passione, che se Io posso fare partecipe delle mie sofferenze e marcare delle mie piaghe un mio servo o una mia serva – creature che mi amano, ma che nel loro amore sono sempre molto relativi ‑ come non avrò potuto associare a queste sofferenze, far partecipe di  esse –  perché il valore del patire del Figlio di Dio fosse aumentato del valore del patire della Piena di Grazia – la Madre mia, Maria la Santa , Maria la Carità , inferiore unicamente a Dio, Colei che mi amava alla perfezione come Mamma perché nella sua immacolatezza aveva perfezione di sentimento, e come credente perché nella sua santità mi amò come nessuna?

Era Madre, uomini. Mi aveva portato, generato, partorito, allevato. Non era di stoppa ma dotata di nervi e di un cuore. Era carne, non solo spirito. Carne pura, ma carne ancora. Se Io ho pianto e ho sudato sangue, Ella non avrà pianto e pianto sangue?

Ero suo Figlio, uomini. Non ero una larva di uomo. Ero Carne, ero la sua Carne. E in quella e su quella Ella vedeva, per la sua perfetta prescienza, cadere i flagelli, penetrare le spine, scendere le percosse, urtare le pietre e penetrare i chiodi, e per la sua santità in sé li riceveva.

 O uomini, riflettete. Dite di credere alla Comunione dei Santi, la quale è l’unione delle preghiere e delle sofferenze ai meriti infiniti di Cristo per i bisogni degli spiriti, e non potete ammettere che la prima a parteciparvi fu Maria, la mia e vostra Santa?

Di’ questo, piccolo Giovanni imbronciato, agli uomini dalla fede e dalle idee svisate da un razionalismo che non sanno neppure di avere e che come gramigna ha invaso subdolamente anche gli spiriti più sinceramente desiderosi d’esser nel vero. Ricòrdati però che Giovanni non aveva mai il broncio, neppure quando Io lo riprendevo o trascuravo e gli altri lo contendevano.

Va’ in pace. Ti benedico anche se sei così capretta oggi. Sii buona! Sii buona! Pensa che ti ho amato tanto da fare di te il mio portavoce. Va’ in pace. Ti benedico ancora.»

 

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Buona meditazione.
La pace sia con voi.
Giovanna

 

1) Giovanni 11, 20‑32.

2) A riguardo dello strazio di Lei.

3) Genesi 3.

Sofferenze di Maria SS. e Maria Valtortaultima modifica: 2011-01-30T07:05:00+01:00da dio_amore
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