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Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo
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Carissimi tutti,
PRIMA LETTURA (2Sam 5,1-3)
Unsero Davide re d’Israele.
Dal secondo libro di Samuèle
SECONDA LETTURA (Col 1,12-20)
Ci ha trasferiti nel regno del Figlio del suo amore.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Colossési
VANGELO (Lc 23,35-43)
Signore, ricordarti di me quando entrerai nel tuo regno.
+ Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è lui il Cristo di Dio, l’eletto».
Anche i soldati lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una scritta: «Costui è il re dei Giudei».
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: «Non sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».
E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli rispose: «In verità io ti dico: oggi con me sarai nel paradiso».
26 ottobre 1943.
Dice Gesù:
«Una delle cose che dovrebbero esser prese in esame da coloro che giudicano il tuo caso con troppo poca fede e con troppa umanità, che il razionalismo rende ostile e incredula per le libere e mirabili opere di Dio, è il tono diverso delle mie comunicazioni.
Dovrebbe essere cosa probatoria. Ma, dato che nulla è più accecante della incredulità, nulla è più alterante della realtà divina dello spirito di mondo, sarà questo uno scoglio su cui si arresteranno coloro che non sanno aprire le vele nell’aperto mare della Fede in Dio e preferiscono rimanere presso alla terra, nelle secche della loro scienza razionale e della loro aridità spirituale. Diranno che, mentre uno dei toni è solenne e ieratico, intinto d’antico, l’altro è più dimesso e più umano e più moderno. Quello che a loro pare un anti‑alibi in tuo favore, è invece la prova innegabile della sincerità tua.
Parlo a tutti da Re e Maestro, ma a te, piccola amata e piccola discepola, parlo prima da Sposo e Fratello che da Re e Maestro. Anzi la regalità con te scompare perché non parlo per te dall’alto d’un trono, ma scendo a prenderti fra le braccia e ad insegnarti, poiché Maestro sono, parlandoti d’amore.
Non sono due le persone che parlano e non sei, soprattutto, tu a fare le due voci. Uno è Colui che parla: Io sono Quello. Io Dio, Re e Maestro degli uomini, Io che t’ho scelta per il mio amore, Io, lo Sposo tuo.»
Buon proseguo di settimana a tutti e la Pace sia con voi.
Giovanna